domenica 29 agosto 2010

Giancarlo Rossi - (salv)agente di cambio - Come ti ritraggo un giardino così Edimburgo ricorda gli Impressionisti

http://www.repubblica.it/speciali/arte/recensioni/2010/08/06/news/come_ti_rit... La National Gallery celebra il movimento con una grande mostra a tema. In scena, cento opere da Monet a Sisley a Van Gogh. E spunta una curiosità: i botanici hanno identificato tutte le piante dipinte nei quadri di LAURA LARCAN Come ti ritraggo un giardino così Edimburgo ricorda gli Impressionisti EDIMBURGO - Se la forza prorompente dell'impressionismo fu quella di sperimentare con ebbrezza sanguigna la pittura di paesaggi en plein air, "dove la luce non è più unica - come diceva Emile Zola - ma si verificano effetti multipli", allora la grande mostra alla Royal Scottish Academy Building (nel complesso delle National Galleries of Scotland) entra nel cuore del movimento e ne coglie l'essenza più genuina. "Impressionistic Gardens" (giardini impressionisti) diventa il tema azzeccato, quasi sfacciato di questa gran bella rassegna di quasi cento opere frutto della collaborazione tra l'istituzione scozzese e il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, che sotto la cura di Michael Clarke e Clare Willsdon ha saputo orchestrare pezzi di qualità grazie a prestiti autorevoli da alcuni importanti musei del mondo. LE IMMAGINI 1 Il giardino, questo microcosmo infuso di natura selvatica o ammaestrata, privata o pubblica, verde o floreale, rivitalizzata ed energizzata dall'incostante e indomabile luce, è la chiave di lettura di un viaggio splendidamente prevedibile al centro dell'impressionismo, dove sfilano uno accanto all'altro i virtuosismi cromatici dei suoi maestri. Da Monet che costruì il suo personale giardino a Giverny in Normandia, "la sua opera d'arte più bella", il suo eden, la sua utopia bucolica dove per inseguire l'infinita mutevolezza di una realtà in balia dell'effetto luministico, portò sempre più la sua pittura alle estreme conseguenze sull'orlo di un gusto informale. A Sisley che amava immortalare con vigore cromatico l'armonia perfetta dei giardini di Louveciennes, a Pissarro e a Berthe Morisot che inseguivano con libertà e foga istantanea la bellezza gentile di piccoli e ben ordinati giardini nei villaggi intorno a Parigi, a Renoir che usava come quinta scenografico dei suoi ritratti il giardino selvatico su cui s'affacciava il suo atelier a Monmartre. Il giardino come luogo nevralgico di una ricerca sperimentale all'aperto e dal vero era già stata un'intuizione dei pittori della prima metà dell'Ottocento, e la mostra gliene rende merito. Rintraccia così gli albori di una rivoluzione in quei pittori della Scuola di Barbizon che avevano rinnegato la costruzione classica da studio, in personaggi clou come Delacroix e Corot che avevano colto nel colore la forza costruttiva della raffigurazione. Ma la mostra non si ferma poi solo alla stagione più autentica dell'impressionismo. Facendo leva sul leit motif del giardino, insegue le anime più outsider di questo stile, i protagonisti di una elaborazione più personale e trasfigurante, come Gauguin e Van Gogh, coloro che ne hanno scritto un nuovo capitolo, come Seurat, fino alle tormentate finezze cromatiche di un giovanissimo Klimt pre-secessione. E' insomma una mostra ariosa che lascia scivolare un'epopea stilistica dove il colore diventava protagonista assoluto, fondendosi in un tutt'uno con l'emozione individuale del pittore. E i capolavori esposti appaiono come pura superficie di colore, dove la materia cromatica guizza con frenesia e euforia, tormento e ardore a catturare il lampo di luce e la densità dell'atmosfera. Eppure, la mostra sa regalare anche un'annotazione critica inedita: "Per la prima volta abbiamo lavorato a stretto contatto con gli studiosi del Royal Botanic Garden di Edimburgo - raccontano i curatori della mostra - per un'attenta e circoscritta analisi congiunta dei dipinti. Siamo riusciti così a identificare dove possibile tutte le tipologie di piante descritte dagli artisti nei quadri della mostra. Questo risultato, come ha anche sottolineato il direttore del Giardino botanico David Mitchell, ci aiuta a dimostrare oggi l'alto livello di conoscenza specialistica in orticultura che avevano alcuni pittori impressionisti, dei veri expertise di botanica". La pennellata breve, il tratto rapido, il dinamismo emotivo dei colori che hanno fatto grandi e unici gli impressionisti, non hanno mai annullato la realtà della natura. E i loro giardini rivelano oggi questa grande verità. Notizie utili - "Impressionist Gardens", dal 31 luglio al 17 ottobre 2010, Royal Scottish Academy Building, National Galleries of Scotland, Princes Street, Edimburgo, Scozia. Orari: tutti i giorni, 10-17 (ad agosto fino alle 18), venerdì fino alle 19. Ingresso: intero £10, ridotto £7. Informazioni: www.nationalgalleries.org 2 (06 agosto 2010)

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